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Obbligatorietà della diagnosi energetica: D.lgs. 102/2014

ARTICOLO

Obbligatorietà della diagnosi energetica: D.lgs. 102/2014

L’audit energetico è un’analisi dei flussi dei consumi e dei fabbisogno energetici di un’azienda: è un’operazione delicata che va eseguita con la massima cura da personale preparato e competente. E non solo perché è obbligatoria, ma perché è una vera e propria opportunità per l’azienda stessa. Solitamente infatti la spesa per il consumo di energia elettrica incide molto sulle spese totali di un’impresa ed è quindi naturale che si cerchi di capire quanti sono i consumi, dove si accumulano, come poterli ottimizzare al fine di mettere in pratica un piano d’azione per poter risparmiare.

Il Decreto Legislativo del 4 luglio 2014 n° 102 ha reso la diagnosi energetica obbligatoria per le grandi imprese e le imprese energivore. Un’impresa si può definire grande se ha più di 250 dipendenti o se, indipendentemente dal numero di dipendenti, ha un fatturato annuo superiore a 50 milioni e un totale di bilancio superiore a 43 milioni di euro. Un’impresa si definisce energivora invece se è “a forte consumo di energia elettrica”, con un’incidenza della spesa in energia pari o superiore al 3% del fatturato. Si capisce chiaramente quindi la necessità di una diagnosi per poter gestire in modo efficiente l’utilizzo delle risorse energetiche.

L’audit è di fatto una verifica, ma non dev’essere fine a se stessa. È eseguita tramite la messa a punto della struttura energetica aziendale e si svolge in tre fasi principali. Una prima fase, quella di sopralluogo, riguarda la raccolta dati circa i consumi: dalle bollette di luce, acqua e gas e dalla lettura dei contatori è possibile comprendere come sono distribuiti i consumi e se sono necessari degli interventi di ottimizzazione. La seconda fase è invece relativa alla vera e propria analisi dei dati per studiare i flussi energetici e processare i dati tecnici. Infine, la terza fase, prevede la redazione di un report, un piano d’azione con i possibili interventi di efficienza, la verifica della fattibilità e la stima del risparmio atteso.

Di fondamentale importanza è anche l’individuazione del soggetto che può compiere questo tipo di diagnosi: deve infatti essere eseguita da soggetti certificati da organismi accreditati (art.8, comma 2). Le società di servizi energetici, gli esperti in gestione dell’energia, Energy Manager e auditor energetici devono quindi essere in linea con quanto previsto dalla legge per poter avere appunto le competenze richieste in quest’ambito.

La Legge di Stabilità 2018 prevede delle agevolazioni, anche per i soggetti non obbligati, per incentivare lo svolgimento della diagnosi energetica: con l’ecobonus è possibile avere il 65% di detrazioni sulle spese di riqualificazione energetica. I lavori agevolati riguardano anche gli interventi sugli involucri degli edifici, sull’installazione di pannelli solari e sulla sostituzione di impianti di climatizzazione.

Compresa l’importanza dell’audit energetico, si capiscono anche gli effettivi vantaggi per l’utente: analizzare dove e in che modo migliorare il consumo complessivo di energia è utile per risparmiare su queste spese spesso troppo onerose. E per evitare di incorrere in pesanti e indesiderate sanzioni che vanno dai 4.000 ai 40.000 €.

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