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Audit energetico in ottica Industry 4.0

ARTICOLO

Audit energetico in ottica Industry 4.0

Nel mondo delle imprese il concetto di Industry 4.0 non è più nuovo: comprende un intero universo in cui realtà aziendali, nuove tecnologie e competenze umane si intrecciano concretizzando il processo della digital transformation. La nuova organizzazione delle imprese, la digitalizzazione dei sistemi e l’automazione dei cicli produttivi sono solo alcuni esempi di adeguamento al nuovo scenario, sia per rimanere al passo con i tempi che per prepararsi al futuro.

Tra le varie misure da adottare per allinearsi al cambiamento c’è l’audit energetico: una valutazione sistemica, documentata e periodica dell’efficienza dell’organizzazione del sistema di gestione del risparmio energetico. Quest’analisi non solo è utile e necessaria, ma anche obbligatoria. Il Decreto Legislativo del 4 luglio 2014, n° 102 ha infatti reso la diagnosi energetica obbligatoria per alcune tipologie di aziende: le grandi imprese e le imprese energivore.


L’audit energetico è, di fatto, una vera e propria opportunità per l’azienda. Al di là del carattere di obbligatorietà di questa misura, si tratta infatti del principale strumento di analisi energetica in quanto consente di capire come l’impresa consuma energia e dove bisogna intervenire per migliorarne l’utilizzo.

Questa analisi può essere svolta da ESCO (Società di Servizi Energetici), EGE (Esperti di Gestione dell’Energia) e Auditor Energetici e inizia con un sopralluogo per visitare l’azienda e sviluppare un’analisi preliminare, seguita poi dallo studio dei dati dei flussi energetici per individuare i possibili interventi di miglioramento e riportare infine i risultati e le proposte di ottimizzazione dell’efficienza energetica.

È chiaro dunque che, anche per quei soggetti non obbligati, l’audit energetico è un metodo molto utile per eseguire un esame di revisione dei consumi e del fabbisogno energetico della propria azienda: un investimento che, nel corso del tempo, porterà ad un notevole risparmio. Tant’è vero che, anche per i soggetti non obbligati, sono stati stanziati dal MISE degli incentivi destinati appunto a stimolare le PMI a rendere più efficienti i propri consumi. Incentivi che ammontano a 30 milioni di euro e coprono il 50% dei costi sostenuti dall’azienda per realizzare la diagnosi energetica.

Stilare dunque un piano d’azione in seguito all’analisi dei dati è un punto fondamentale per l’ottimizzazione dell’utilizzo dell’energia: prevedere i lavori strutturali o di rinnovo, oppure la sostituzione di un impianto obsoleto può contribuire a minimizzare i costi in termini di energia, considerando che di solito sono costi molto consistenti. Sempre in virtù del nuovo paradigma 4.0 a cui, presto o tardi, tutti si dovranno allineare.

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